LA COSTA D'AMALFI
- Storia
La Costa d’Amalfi ha una storia che ruota intorno al mare ed è legata fondamentalmente alle vicende del paese, da cui prende il nome.
La costiera amalfitana vide i suoi primi insediamenti nel corso del I secolo d.C., allorché, alcune famiglie patrizie romane, vi fondarono ville sulla costa e nelle zone interne più favorevoli.
La città di Amalfi compare ufficialmente nella storia nel 596, quando papa Gregorio Magno scrisse una lettera in cui faceva riferimento al vescovo di Amalfi, Pomerio, e parlava di Amalfi come “castrum” ossia avamposto difensivo lungo il confine meridionale del ducato Bizantino di Napoli.
Nel 838, grazie al tradimento di alcune famiglie locali, i Longobardi di Benevento espugnarono la città. L’anno successivo, tuttavia, gli amalfitani, approfittando dei dissidi interni alla corte longobarda di Benevento, attaccarono Salerno, saccheggiandola e liberando, nel contempo, i concittadini prigionieri. Fu proprio nel 859 che Amalfi si rese indipendente.
La Repubblica d’Amalfi comprendeva il tratto costiero tra Cetara e Positano, l’isola di Capri e l’arcipelago delle Sirenuse, mentre nell’interno il suo dominio si estendeva oltre i sovrastanti monti Lattari con i territori di Lettere, Gragnano e Pimonte.
Gli amalfitani erano conosciuti fin dall’VIII secolo per i loro commerci di spezie, pietre preziose, oggetti di oreficeria dalle terre d’Africa e della Siria a tutti i porti italiani. Gli amalfitani ebbero importanti colonie bizantine, tra cui la più grande a Bisanzio, ma anche in altre città arabe, dove realizzarono chiese, ospedali, botteghe, fondachi. Gli stretti rapporti commerciali con il mondo arabo resero Amalfi la città più prospera della Longobardia, con marinai e mercanti provenienti da ogni parte del Mediterraneo. Si deve agli amalfitani la realizzazione del primo codice marittimo denominato “Tabula de Amalphia” per la regolamentazione dei traffici commerciali e dei rapporti tra i componenti gli equipaggi delle navi merci.
Col tempo le potenzialità mercantili di Amalfi si ridussero per la mutata situazione politica nel Mediterraneo, la conquista normanna del ducato di Amalfi nel corso del XII secolo (Regno di Sicilia) ed i ripetuti assalti dei pisani (1135 e 1137).
Nel corso del XIII secolo esponenti della chiesa di Amalfi contribuirono al progresso socio culturale della città e importanti innovazioni furono introdotte nel regno angioino con l’uso della bussola nel campo della marineria e con la produzione della carta, appresa nel mondo arabo.
Il blocco dei commerci e la confisca delle navi durante la guerra del Vespro tra gli angioini e gli aragonesi, per il predominio del regno di Sicilia, la successiva concorrenza dei mercanti catalani ed alcune calamità naturali ne l corso del XIV secolo, diedero il colpo di grazia all’economia della città.
Nel corso sempre del XIV secolo, la costa amalfitana fu concessa in feudo a Venceslao Sanseverino; fu feudo poi di esponenti delle famiglie nobili dei Colonna, degli Orsini ed in ultimo dei Piccolomini; in questo periodo la costa fu rinforzata da numerosi torri, utilizzate per la difesa dalle incursioni turche.
Nel 1500 lungo la costa, grazie ai numerosi corsi d’acqua, si sviluppò la produzione della pasta, che affiancò la secolare produzione di carta, famosa in tutto il meridione. Le vicende storiche della costiera amalfitana hanno poi seguito quelle del Regno di Napoli.
Soltanto sul finire dell'Ottocento l'affermarsi del fenomeno turistico ridiede incremento alla costa, con un boom esponenziale a partire dagli anni ‘50 del Novecento.
|
|